Del Boca, Abruzzo e Tucci a Capezzone: “Ti preghiamo di studiare e di documentarti. I Consigli dell’Ordine garantiscono

Giornalisti: Capezzone, riconoscere chi lo fa per davvero. Segretario Radicali torna alla carica contro Ordine


C.s. OdG Mi

Roma, 23 ago. (Adnkronos) – Il segretario dei Radicali italiani, Daniele Capezzone, torna sulla proposta di abolizione dell’Ortdine dei giornalisti con un intervento pubblicato oggi da ”il Giornale”, sotto il titolo ”L’equivoco della tessera da giornalista”, nel quale rilancia la proposta di considerare ”giornalista non solo e non tanto chi sia titolare di una tessera, ma chi il giornalista lo fa per davvero, perche’ a questo dedica la sua attivita’ lavorativa e professionale”, e ribatte al presidente dell’Ordine, Lorenzo del Boca, che dalle pagine dello stesso quotidiano lunedi’ aveva rigettato la proposta di abolizione e fatto carico alla classe politica della mai avvenuta riforma della legge istitutiva dell’Ordine. Un ”curioso intervento” afferma oggi Capezzone delle parole di Del Boca, che ”rimproverava a me (che sto in Parlamento da tre mesi!) una riforma non fatta da circa quarantatre’ anni… Ma lasciamo perdere, e veniamo al punto. Primo. Sa dirmi Del Boca come mai l’Italia e’ l’unico paese o quasi del mondo occidentale ad avere una struttura di questo genere? E sa dirmi -chiede oggi il presidente della commissione Attivita’ produttive della Camera- come mai, nonostante questo ‘gioiello’ chiamato a garantire (se ben capisco) il diritto dei cittadini ad essere informati, l’Italia e’ (a torto o a ragione) in fondo a tutte le classifiche mondiali sulla liberta’ di stampa?” ”Secondo. Sa dirmi qualche altro difensore dell’Ordine come mai, nel mondo anglosassone (dove non esiste questa corporazione, ma – com’e’ giusto – vivono libere associazioni di professionisti, accanto ad un forte sindacato), c’e’ una severita’ e un’attenzione alla deontologia che qui non abbiamo mai visto neppure con il cannocchiale? Quando, qualche mese fa, un redattore del New York Times e’ stato beccato a copiare un articolo, non e’ stato cacciato solo lui ma (giusto o sbagliato che fosse) s i e’ dimessa l’intera direzione del giornale”, ricorda Capezzone. (segue) (Sin/Opr/Adnkronos) 23-AGO-06 10:28

GIORNALISTI: DEL BOCA A CAPEZZONE, DISCUTIAMO MA ORDINE NON SI TOCCA = ‘DISPONIBILI AL DIALOGO SOLO PER RIFORMARE LEGGE ISTITUTIVA’

Roma, 23 ago. – (Adnkronos) – ”Nessuno si esime dalla discussione, ma se la discussione vuole puntare all’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e’ un dialogo suicida, nessuno puo’ chiederci di ucciderci da soli”. A parlare e’ Lorenzo Del Boca, presidente dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, che ribatte cosi’, all’ADNKRONOS, all’intervento di Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani, oggi su ”il Giornale”. Capezzone rispondeva a sua volta ad un precedente intervento, sullo stesso quotidiano, di Del Boca in merito alla proposta di legge dei Radicali per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti. ”Se invece si dovesse trattare -aggiunge Del Boca- di un dialogo per una riforma credibile dell’Ordine, saremmo disponibili, perche’ siamo proprio noi che l’abbiamo sollecitata, anche se non abbiamo trovato ancora una risposta in Parlamento”. Il presidente dell’Ordine ribadisce infine che ”l’Ordine p otrebbe funzionare meglio solo se ci fosse una riforma della legge attualmente in vigore”. (Lmg/Col/Adnkronos) 23-AGO-06 11:58

GIORNALISTI: TUCCI, NESSUN DIALOGO CON CAPEZZONE SU ORDINE = PRESIDENTE ODG LAZIO, OBIETTIVO RESTA MODIFICA LEGGE ISTITUTIVA

Roma, 23 ago. – (Adnkronos) – ”Ho gia’ detto una prima volta che con il signor Capezzone, del quale non conosco l’iter professionale, non intendo dialogare, in quanto i presidenti degli Ordini dei giornalisti casomai dialogano con chi dovrebbe modificare la legge del ’63, che noi per primi vogliamo cambiare, non adeguata ai tempi”. Bruno Tucci, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, ribatte cosi’, all’ADNKRONOS, all’intervento di Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani, oggi su ”il Giornale”, nuovamente a sostegno della proposta di abolizione dell’Ordine, secondo la logica di considerare ”giornalista non solo e non tanto chi sia titolare di una tessera, ma chi il giornalista lo fa per davvero, perche’ a questo dedica la sua attivita’ lavorativa e professionale”. Tucci rivendica comunque l’adempimento da parte dell’Ordine dei doveri di sorveglianza in campo deontologico, a fronte d elle critiche in materia di Capezzone al quale ricorda poi che l’Ordine regionale dovette intervenire nei confronti di Radio Radicale per garantire ai redattori l’inquadramento professionale. Tucci chiarisce anche i meccanismi che portarono alla sospensione dall’ordine di Enzo Tortora, criticata da Capezzone.

”Nello specifico vorrei render noto che l’Ordine e’ intervenuto sempre e comunque nei confronti dei colleghi che hanno violato le norme deontologiche”, afferma Tucci che sottolinea come ”a Radio Radicale, emittente che il signor Capezzone dovrebbe conoscere, intervenimmo noi dell’Ordine del Lazio perche’ le persone che lavoravano all’interno della redazione non erano inquadrati nella legge professionale ed erano pagati come semplici impiegati”. ”Da allora anche il direttore Massimo Bordin -ricorda il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio- e’ divenuto giornalista professionista grazie a noi”. Tucci spiega infine che, ”il collega Enzo Tortora fu sospeso dall’Ordine dei giornalisti perche’ la legge prevede che quando un iscritto viene condotto in carcere, lo stesso venga sospeso per tutto il tempo della detenzione, per poi essere in caso reiscritto a reclusione finita”. (Lmg/Col/Adnkronos) 23- AGO-06 11:27

GIORNALISTI: ABRUZZO A CAPEZZONE, SENZA ORDINE NESSUNA TUTELA. PRESIDENTE ODG MILANO, PER CATEGORIA CONSEGUENZE DEVASTANTI

Roma, 23 ago. – (Adnkronos) – ”Abolire l’Ordine dei Giornalisti avrebbe soltanto conseguenze devastanti, perché la categoria non sarebbe più tutelata”. A parlare è Franco Abruzzo, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, che ribatte così, all’ADNKRONOS, all’intervento di Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani, pubblicato oggi su ”il Giornale” a sostegno della propria proposta di abolizione dell’Ordine. ”Mi batto da trent’anni -afferma Abruzzo- per ottenere un assetto innovativo, per avere una riforma della legge ’63 dell’Ordine professionale ancorata all’Università e alla direttiva 89/48/Cee”. L’Europa vuole che i professionisti regolamentati abbiano alle spalle almeno una laurea triennale. Il ministro Mussi il 4 luglio in Parlamento ha dichiarato che adeguerà gli ordinamenti vigenti a quella direttiva. Il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia spiega inoltre che sarebbe d’accordo ”soltanto con l’abolizione di tutti gli Ordini professionali. Sarebbe necessaria, dunque, una riforma totale, dove tutti gli albi dovrebbero essere gestiti direttamente dallo Stato: gli Albi potrebbero essere pubblicati nel portale del Ministero della Giustizia; l’esame di Stato (previsto dall’articolo 33, V comma, della Costituzione) potrebbe essere affidato alle Università, mentre le prime sezioni civili dei Tribunali di capoluoghi di Regione potrebbero svolgere le funzioni di giudice disciplinare. Capezzone non ha ancora capito che la “Carta” francese non è adattabile al sistema italiano, perché la nostra Costituzione impone l’esame di Stato a chi intende esercitare una professione intellettuale. Il Parlamento e oggi l’Università hann o decretato che esiste la professione di giornalista. Capezzone non sa che coloro i quali esercitano di fatto la professione possono diventare giornalisti di diritto, chiedendo ai Consigli dell’Ordine la delibera di iscrizione d’ufficio al Registro. In Lombardia abbiamo sanato d’ufficio almeno 3mila posizioni. Capezzone è disinformato quanto impreparato”.

“Capezzone – conclude Abruzzo -, isolato nella maggioranza, deve smetterla di lavorare per gli editori e di dire cavolate. Studi, ne ha bisogno. Colpisce che non spenda una parola contro gli editori padroni della professione dal 1928: sono gli editori che assumono ad libitum i praticanti. La sfacciataggine ha un limite, quello costituzionale del buon costume e della decenza (sesto comma dell’articolo 21). L’eventuale abrogazione della legge n. 69/1963 sull’ordinamento della professione giornalistica comporterà questi rischi:

1) quella dei giornalisti non sarà più una professione intellettuale riconosciuta e tutelata dalla legge.

2) risulterà abolita laa deontologia professionale fissata nell’articolo 2 della legge professionale n. 69/1963.

3) senza la legge n. 69/1963, cadrà per giornalisti (ed editori) la norma che impone il rispetto del “segreto professionale sulla fonte delle notizie”. Nessuno in futuro darà una notizia ai giornalisti privati dello scudo del segreto professionale.

4) senza legge professionale, direttori e redattori saranno degli impiegati di redazione vincolati soltanto da un articolo (2105) del Codice civile che riguarda gli obblighi di fedeltà verso l’azienda. Il direttore non sarà giuridicamente nelle condizioni di garantire l’autonomia della sua redazione.

5) una volta abolito l’Ordine, scomparirà l’Inpgi. I giornalisti finiranno nel calderone dell’Inps, regalando all’Inps un patrimonio di 2.500 miliardi di vecchie lire (immobili e riserve)”.

Capezzone scrive che quella dell’Ordine dei Giornalisti e degli Ordini italiani è una anomalia mondiale. Gli consiglio di leggere un bel saggio di Sabino Cassese (Professioni e ordini professionali in Europa, Il Sole 24 Ore 1999). Capirà finalmente che ogni Paese ha la sua organizzazione delle professioni, tutte legittime secondo la direttiva “Zappalà” 36/2005. Questa direttiva consente agli Stati membri di delegare parte della gestione delle professioni a organismi autonomi, come gli Ordini professionali. Il risultato è che non solo gli Ordini non vanno eliminati, ma vanno regolate per legge anche le associazioni, senza necessariamente farne degli ulteriori Ordini.

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