
L’Italia è ultima in termini di evoluzione digitale della propria economia: lo dice il rapporto Digital Economy Society Index, presentato recentemente a Bruxelles.
La graduatoria stilata annualmente e che si occupa di classificare il livello di digitalizzazione dei 28 paesi membri, infatti, ha relegato il Belpaese alla posizione numero 25, seguita soltanto da Grecia, Bulgaria e Romania. La posizione è la medesima dell’anno scorso, sintomo del fatto che i progressi, che ci sono stati soprattutto in termini di connettività e connessioni a banda larga; è sostanzialmente nella media, invece, l’utilizzo che le PMI italiane, così come le PA, fanno delle tecnologie digitali. Ad essere scarse sono le competenze digitali che, secondo il rapporto, rischiano di affossare la futura crescita digitale del paese attraverso una sostanziale stagnazione dell’utilizzo delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie. In sostanza, il nostro paese “ha compiuto progressi significativi grazie soprattutto al forte aumento della copertura delle reti Nga”, cioè le reti in fibra ottica, ma “la diffusione della banda larga fissa è ancora bassa, nonostante i prezzi siano diminuiti”: che, riassumendo, vuol dire che le reti ad alta velocità ci sono, il loro prezzo sta scendendo ma la domanda è stagnante. Inoltre, gli italiani che accedono ad internet sono il 67%, in crescita ma lontani dalla media europea del 79% e c’è ancora carenza delle competenze digitali elementari, oltre che di specialisti Ict laureati. Secondo il vicepresidente della Commissione responsabile per il Digitale, Andrus Ansip, “il 25esimo posto per l'Italia non è accettabile”, dovuto agli errori compiuti alcuni anni fa dal nostro paese in termini di digitalizzazione; adesso, il futuro digitale italiano secondo Ansip, dipenderà “dalle decisioni che prenderanno sulle frequenze 700 MHZ” dal momento che “senza 5G sarà molto complicato creare nuove app. Non sono noccioline.” (E.V. per NL)
06/03/2017 15:03