DVB-T, Piemonte: oscurate su molte aree le reti RAI dopo lo switch-over. 11 mila chiamate di protesta solo ieri

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Lo avevamo ripetuto, insieme a molti altri, innumerevoli volte; avevamo cercato – insieme ai più realisti osservatori della migrazione tecnologica – di trattare il problema del traghettamento televisivo da una tecnica diffusiva all’altra sotto diversi aspetti.  Eppure le istituzioni – negando anche l’evidenza di una profonda impreparazione tecnica dell’utenza all’evento – hanno continuato a rassicurare sull’assenza di intoppi tecnici in ordine dalla delicata fase dello switch-over piemontese. L’associazione DGTVi addirittura minimizzava sino ad affermare – nella giornata di ieri – che il processo di conversione al digitale di Rai 2 e Rete 4 era riuscito perfettamente. Provino a spiegarlo a quegli 11 mila piemontesi, compresi tra la provincia di Torino e quella di Cuneo che, da ieri, hanno affollato il centralino del numero verde del MSE-Comunicazioni (800-022.000) affermando che, nonostante il decoder, i canali RAI erano oscurati. Come se non bastasse, la ricezione era impedita non in piccole zone della città ma in interi quartieri del centro e della periferia, sino ad arrivare alla prima cintura della città. Stiamo parlando della Crocetta, di Borgo Vittoria, della collina e della pre-collina torinese, di La Loggia e di Moncalieri. Ben lungi da chi scrive la volontà di dare vita ad una vera e propria caccia alle streghe: va da sé che in processi di cambiamento così radicali le responsabilità sono ascrivibili a più parti, ma è certo che la Sardegna – come è stato più volte sottolineato – non poteva e non può essere considerata un campo prova. E’ ora che si comincia a fare sul serio, quindi attenzione perché dopo il Piemonte verrà il Lazio, poi la Campania e poi ancora la Lombardia, dove la presenza – senza altri pari in Italia – di centralini e filtri nei sistemi d’antenna condominiali – mette ad altissimo rischio la continuità di sintonizzazione delle emittenti. Terreni aspri e pieni di insidie. Nel frattempo, chi spiega ai cittadini che pagano il canone che il loro “posto in prima fila” non vale – al momento – il prezzo di un posto in galleria? (M. P. per NL)

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