Professioni: il giornalismo al tempo di Facebook. Presentato ieri a Roma il libro “Penne Digitali 2.0”, scritto da Carlo Baldi e Roberto Zarriello

Presentato ieri a Roma il libro "Penne Digitali 2.0", scritto da Carlo Baldi e Roberto Zarriello. Il convegno è stata un’ottima occasione per capire quale strada stia percorrendo, ai tempi di Facebook, una delle professioni più antiche del mondo. Raccontare, informare, rendere conto. Questo è il dovere del giornalista, sin da prima che fosse inventata la stampa. Ma come farlo nel 2009, tempi maturi per internet e Facebook, in cui basta che Gmail si blocchi per due ore per mandare in panico il mondo? Quanto è cambiata questa professione con l’avvento delle più disparate forme di media digitali? Ne hanno discusso ieri i vertici della Federazione nazionale della stampa italiana all’interno di un convegno dal titolo. "Informazione 2.0. Come cambia il giornalismo tra media tradizionali, blog e social network". A incoraggiare la discussione è stata la presentazione di “Penne Digitale 2.0”, volume scritto da Carlo Baldi e Roberto Zarriello, un manuale che affronta il tema della funzione del giornalismo nell’era del web, tra libera circolazione delle informazioni e necessità di una funzione di mediazione. Molte le opinioni a confronto. Secondo Giuseppe Smorto, responsabile di Repubblica.it, “il web è una opportunità e non una minaccia per l’informazione". Ci porta a "un giornalismo più moderno, che sfrutta la tecnologia per abbattere i muri e non per creare cortili virtuali per iniziati". Non bisogna essere troppo entusiasti però, almeno secondo quanto dichiarato da Roberto Natale, presidente della Fnsi: "Condividiamo di questo volume la distinzione netta tra la libera circolazione delle informazioni sul web, intangibile anche per noi, ma anche il riconoscimento dello statuto specifico che compete al giornalismo professionale. Anzi siamo convinti, e l’analisi del libro lo conferma, che ai tempi di Internet ci sia ancor più bisogno di un mediatore professionale che nel mare di notizie vere o false, fondate o meno che la rete a ogni minuto propone, sappia individuare quali siano le notizie e continui a garantire all’opinione pubblica che sotto certi marchi c’è una notizia riconoscibile e affidabile. È proprio questa l’idea della professione – ha concluso il presidente della Fnsi – che stiamo portando nella difficile trattativa con la Federazione degli editori per il rinnovo del contratto di lavoro: il giornalismo è uno, ovunque sia esercitato” (dichiarazioni tratte da Fnsi.it). I bloggers sono dunque avvisati: divertirsi pure, ma la professionalità sarà sempre una peculiarità appartenente ad altri. Sarà poi vero? (Davide Agazzi per NL)

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