Tv: in crisi i vecchi modelli di business. Crollano le televendite, faticano gli spot sulla DTT. Bene la pay tv

Il modello di business della televisione in Italia è tutto da riscrivere. E non è colpa solo della crisi; quella ha solo accentuato un processo già iniziato da tempo. Le tv locali stanno registrando cali impressionanti nella prenotazione degli spazi per le televendite: la gente, è ormai chiaro, non compra più in tv, perché lo fa su Internet. Così i budget e le strategie dei big spender si spostano sul nuovo medium e la tempesta non salva nemmeno i superplayer: Mediashopping, il canale digitale di Mediaset dedicato alle televendite ha perso l’83,44% dei ricavi. Una quota irrecuperabile. Digitalia ’08, lo spin-off in area digitale di Publitalia ’80, la macchina da guerra del Biscione, fatica a piazzare anche gli altri prodotti: va bene solo Boing, il canale digitale per bambini, che nel 2008 ha generato ricavi per 7,5 mln di euro. Poca cosa, però, per un colosso come quello di Cologno, che ha bisogno di ben altra energia. I ricavi del calcio di Premium hanno portato nelle casse della famiglia Berlusconi 10,2 mln di euro. Il trend di crescita è positivo rispetto all’esercizio precedente (e ci mancherebbe altro, visto che, in tema di digitale terrestre, si è in piena fase di start up), ma siamo lontani anni luce dai volumi dell’analogico. Tanto che l’esercizio 2008 è stato chiuso dalla concessionaria digitale del serpentone con quasi 4 mln di euro di perdita (l’anno precedente il saldo era a – 2.124.326 euro – fonte Italia Oggi). Tira invece Sky, sia nella raccolta degli abbonamenti che in quella della pubblicità. E’ ciò rende sempre più evidente che la tv classica ha fatto il suo tempo e il pubblico cerca contenuti e contenitori differenti. Le aree di business si devono quindi spostare in altre direzioni: pay tv, pay per view e nuove formule pubblicitarie, anche interattive. Il digitale (non necessariamente terrestre) e l’HD aprono enormi prospettive che i telespettatori hanno mostrato di apprezzare e di aver già colto. In ritardo sulla tabella di marcia, paradossalmente, sono invece gli operatori tv nostrani, indistintamente grandi e piccoli, arroccati ancora su modelli obsoleti. Mentre, fuori, il mondo è già cambiato.

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