Snapchat sorprende tutti a Wall Street arrivando a registrare la maggior quotazione Nyse nella storia di una società tecnologica, dopo Alibaba nel 2014.
La compagnia del fantasmino più famoso al mondo ha raggiunto, infatti, nella giornata di giovedì 2 marzo, una valutazione di circa 33,5 mld di dollari superando così i valori d'ingresso sia di Google (valutato 27 mld nel 2004) che di Twitter (valutato 14,4 mld nel 2013). Non sono state perciò disattese le aspettative degli analisti, anzi: il range iniziale era stato fissato tra 19,5 mld e 22,2 mld per un prezzo indicativo ad azione di 14/16 dollari. Snap, al suo debutto in borsa, stupisce tutti e registra in chiusura di contrattazione un prezzo per azione pari a 24,48 dollari e il primo giorno sale subito del 44%. Nella stessa giornata, Evan Spiegel (fondatore del servizio), ha aggiunto 1,5 mld di dollari al suo patrimonio che ne conta già 4 mld, guadagnandosi così il titolo di uno dei più giovani miliardari del mondo a soli 26 anni (lo scorso anno è entrato nella classifica di Forbes dei 10 imprenditori americani più ricchi al di sotto dei 40 anni di età, occupando la posizione n. 854 nella classifica generale e la n. 99 tra gli imprenditori del settore hi-tech). È il caso di dire che il giovanissimo imprenditore americano è riuscito a costruirsi la sua piccola fortuna senza perder d'occhio la sua creazione inventata ai tempi del college di Stanford (Spiegel ha rifiutato, infatti, di vendere la sua app per 3 mld di dollari a Facebook e per 4 mld di dollari a Google), insieme all'amico e ormai collega Bobby Murphy (co-fondatore del servizio e undicesimo nella classifica Forbes degli imprenditori americani più ricchi, con soli 27 anni). Tuttavia, Snapchat non ha ancora una strategia d'impresa ben delineata, e la stessa compagnia ha dichiarato di non sapere quando arriverà al profitto, un po' come fu per Facebook al suo debutto in quel di Wall Street. Nel frattempo, gli investitori sembrano credere fortemente nella società e non intendono fermarsi, nemmeno davanti a dichiarazioni quali: “Molti rischi sulla crescita, azione sopravvalutata” pronunciate da molti analisti. (L.M. per NL)