Digitale terrestre, Lazio: switch-off pasticciato. A poche ore dalla migrazione un Master Plan raffazzonato che si è perso per strada i pezzi

Se partiamo così, partiamo proprio male. Il Lazio è la prima grande regione (radioelettricamente parlando) ad essere switchoffata. Ma, a poche ore dall’evento, le emittenti non sanno ancora di che morte morire.

E per qualcuno, stando alla lettura del Master Plan del 7 novembre (bozza non definitiva), proprio di morte si parlerebbe. Il MSE-Com si è infatti perso emittenti per strada; ha fatto clamorosi errori di trascrizione; si è dimenticato degli impianti modificati dalla magistratura. Insomma un disastro, che sta facendo tornare i sudori freddi al viceministro al MSE Paolo Romani, al quale non sono ancora passati quelli dell’area tecnica 1 (Piemonte occidentale, province di Torino e Cuneo), sulle cui modalità di assegnazione dei diritti d’uso sarà a breve chiamato a pronunciarsi il TAR Lazio, come anticipato su queste pagine. Lo racconta bene, in data odierna, Oliviero Dellerba su Millecanali (online), del quale riprendiamo l’articolo. "Lunedì si fa sul serio a Roma e nel Lazio. Forse… Qualche grossa perplessità ce l’abbiamo mentre (sono le 13 di venerdì 13 novembre) vi scriviamo queste poche righe. Mancano poco più di sessanta ore allo switch off degli impianti sulla Capitale (devono essere spenti nella mattinata di lunedì 16) e neanche un vero e proprio masterplan è pronto per le emittenti. In giro c’è ancora quello editantenna%20RAI%20Monte%20Mario(1) - Digitale terrestre, Lazio: switch-off pasticciato. A poche ore dalla migrazione un Master Plan raffazzonato che si è perso per strada i pezzio il 7 novembre scorso, troppo zeppo di errori per sembrare vero. Peccato che il documento definitivo sia decisivo, visto che contiene i codici degli impianti da convertire (oltre ad altre informazioni) che i tecnici delle emittenti devono spedire via sms durante le operazioni.  Ritornando al masterplan su cui abbiamo lavorato in questi giorni c’è di che sbizzarrirsi. Nessuno ha riletto il foglio di Excel prima di averlo spedito alle emittenti e i modi di accorgersene sono molteplici. Innanzitutto la clamorosa sovrapposizione di impianti a Monte Cavo sul canale 6, assegnato sia a Canale 10 di Ostia che alla Rai… Quest’ultimo è finito invece sul canale 11. Tra le novità di rilievo c’è che a Roma è stato assegnato anche il canale 69 e che il solo 45 è stato lasciato libero per un’eventuale Tv del Vaticano. Non mancano alcune scelte curiose: per esempio, Telesabina 2000 veniva nel masterplan di fatto depennata, così come forti limitazioni venivano imposte alle coperture di Itr Sora e di Napoli Tv.  Al Ministero qualche problema a capire i contenuti dell’articolo 388 del Codice Penale, evidentemente, ce l’hanno: la legge impone a tutti di rispettare le sentenze della Magistratura, ma nel masterplan alcuni impianti legittimati dai Tribunali sono spariti. E stiamo parlando di un congruo numero di ripetitori un po’ in tutte le provincie. Nel dettaglio, è andata bene a Super 3 (che è l’unica emittente che ha avuto due mux) e malissimo al gruppo Amici Tv (Europa Tv, Canale Zero, Supernova, Teletuscolo, Telepontina, Telecentrolazio e Gari Tv): tre canali su Roma e tanti obblighi di copertura abbastanza severi. Che dire poi di Europa Tv, operativa sul 70 di Monte Cavo Vetta (anche grazie a una continua difesa legale) da una vita, che viene relegata alla semplice copertura di Cassino e Latina?  Moltissimi i canali che vengono suddivisi tra più emittenti ovviamente su aree di servizio diverse. È stato assegnato anche il canale 69, per cercare di salvaguardare più emittenti possibili. Ma i rischi di ricorsi al Tar sono ancora molti: se dovessero essere presi in considerazione, i tempi dello switch off “reale” diventeranno molto, molto lunghi…"

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