Radio e tv locali. Conna: ruolo insostituibile da proteggere e rispettare

"All’importante successo della manifestazione conseguito mercoledì 24 settembre davanti alla sede nazionale dell’Agcom e del Mise, la nostra associazione ha unito tutta una serie di considerazioni che stante lo sbandamento dell’intera categoria negli ultimi dieci anni non era stato più possibile proporre".

Così una nota dell’associazione di radio e tv locali Conna, a riguardo della manifestazione della scorsa settimana a Roma. "Intanto – continua l’ente esponenziale – abbiamo ricordato con i megafoni – affinché i presenti del Mise e dell’Agcom non potessero poi dire di non aver sentito – cosa rappresentano radio e televisioni locali che politici e faccendieri hanno sempre giurato e spergiurato di essere sempre pronti a difendere, salvo poi, nella pratica, fare esattamente il contrario. Le emittenti locali non sono materialmente sostituibili da imprese di grosse dimensioni e tanto meno dalle reti nazionali all’atto di informare i cittadini su cosa accade nella zona dove vivono. Va da sé che una funzione così importante, primaria, a beneficio della comunità, non può essere maltrattata in tutti i sensi fino alla sua estinzione, ma protetta e rispettata. Il nostro Paese – specie negli ultimi anni – ha subito tutta una serie di calamità naturali che vanno dai terremoti, agli incendi, alle alluvioni o altro; ebbene, le emittenti locali sono sempre state in prima fila insieme ai Vigili del fuoco a prestare tempestivamente i primi soccorsi alle popolazioni colpite: non fosse altro che per queste caratteristiche, i mezzi di trasmissione radiotelevisivi appaiono insostituibili. Era dagli Anni Settanta/Ottanta che non si udivano parole di autentica difesa di radio e televisioni locali; anzi, ormai si era consolidato una sorta di complesso di colpa per le inespresse potenzialità delle emittenti costrette dalla mancanza di risorse economiche a dar luogo a programmazioni scadenti.. D’altra parte, nessuno dei tanti amici (finti) delle "locali, in anni di stallo, osò proporre regole che normalizzassero il mercato della pubblicità affinché tutte le emittenti, anche quelli ubicate nei piccoli centri avessero le risorse economiche necessarie senza ricorrere alle elemosine dello Stato i cui meccanismi sono congegnati in modo tale da elargire soldi a chi già ne ha a sufficienza", conclude il sindacato. (E.G. per NL)
 

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